9 maggio 2012

Scrubs - Medici ai primi ferri

E' difficile, almeno per me, parlare e dare opinioni, ovviamente personali, su una serie TV senza averla vista tutta. Per questo mi limiterò solo a discutere delle prime tre stagioni che fin'ora ho visto. Si tratta di una sit-com in ambiente medico, praticamente si ha una contaminazione col drama, in particolar modo il medical. Ci sono svariati personaggi che non starò ad elencare. Ognuno di loro porta avanti una storia personale durante tutto il corso della stagione e quelle a seguire, quindi si hanno più running plot. In ogni episodio c'è una storia autocompiuta, l'anthology plot, con tanto di morale finale, spesso scontata e sciapa. Il protagonista principale è John Michael Dorian, J.D. . Lui racconta le vicende con voce esterna, anche mentre le vive in prima persona... 
Okay, sto facendo un riassunto, vado al sodo. J.D. è un protagonista che non regge, almeno per ora. E' un eterno indeciso che non si sblocca mai dalla sua situazione. Per tutte e tre le stagioni continua a cercare le attenzioni del suo mentore, il Dr. Cox, che puntualmente non riceve. Per tutte e tre le stagioni continua ad andare dietro alla dott.ssa Elliot, ma quando riesce ad averla per sè puntualmente rovina tutto. Per tutte e tre le stagioni il personaggio non matura e non introduce alcun cambiamento. Ora, sicuramente l'ideatore, Bill Lawrence, aveva in mente un preciso profilo del personaggio, e una precisa strategia per tener viva l'attenzione su di esso: perchè quando tutto sembra che stia finalmente per cambiare... Niente! Un'altra illusione. E si torna al punto di partenza. Sembra di scorgere la struttura fissa del primissimo telefilm americano, caratterizzato da quello che Umberto Eco definisce "il ritorno dell'identico": in pratica, ogni puntata presenta il protagonista sempre in forma, al punto di partenza, come è sempre stato e come sempre sarà. Da questo modello lo spettatore dovrebbe trovare piacere, appagamento, vuole che il personaggio sia sempre uguale a se stesso. Qualora si introducano dei cambiamenti è prassi che a fine episodio vengano disinnescati e che tutto torni alla normalità. Ecco questo è J.D. . Se altri personaggi cambiano, anche se minimamente, lui no. Proprio il protagonista no. Quello da cui gli spettatori si aspettano un qualcosa in più. Andiamo, siamo negli anni 2000, non ci sono più gli spettatori di allora, degli anni '30. La gente vuole il cambiamento, la svolta. J. D. non ne ha, e questo dopo bene tre stagioni stanca. Alla fine della terza, quando succede quello che succede, ti vien naturale un "ma vai a quel paese" (per non dire altro). L'unica nota positiva è che sembra essere un ottimo medico, ma questo interessa ben poco a chi guarda la serie.
Per non parlare della dott.ssa Elliot, la stralunata e pazzoide biondina che vive nel suo mondo e cerca di farci vivere dentro chi le sta intorno. Quando sembra aver aperto gli occhi... Pof! La puntata dopo ce la si ritrova più imbecille di prima. Ora, non voglio dire che dovrebbe quanto meno diventare più seria, ma nella sua "pazzia" sarebbe stato introdurre qualche elemento innovativo. In definitiva è il personaggio meno riuscito, a mio avviso.
Un pò piatta la storyline dei fidanzatini Turk e Carla, ma almeno un minimo di evoluzione c'è. Idem per il dott. Cox, ma la fenomenale prestazione del sempre grande John C. McGinley sopperisce alla grande. Anche se i suoi lunghi monologhi, che sono alla base della caratterizzazione del suo personaggio potrebbero essere un pò più vari ogni tanto. Tocca a lui la maggior parte delle volte dare una morale in ambito medico, mentre mai da lui si ha una nel campo della vita vissuta. 
Sono pochi gli espedienti riusciti, anzi alcuni sembrano più che altro banalissime scuse buttate lì per giustificare comportamenti o scomparse a causa di fine contratto (la butto lì) di alcuni attori. Eclatante è la fine della terza stagione: Elliot, fidanzata da mesi con Sean, lo lascia perchè J.D. le dichiara il suo amore (visto che i due sotto sotto si giravano attorno da sempre). Ma J. D. sente di non amarla (ancora la staticità, e che balle!) e per riaggiustare le cose le riporta Sean. Al che Elliot si aggrapperà al pretesto di esser andata con J. D. per dichiarare che con Sean comunque le cose non avrebbero mai funzionato... E l'attore che interpreta Sean sparisce per tornare, a quanto ho letto, in una sporadica apparizione in un episodio dell'ultima stagione. Mah!
Comunque è una serie spassosa e, quando riesce a non scadere nello scontato, fa ridere. Spettacolare è il personaggio dell'inserviente, la maggior parte delle volte fa crepare dalle risate. E sembra essere l'unico ad avere una certa ambiguità che incuriosisce, perchè se da un lato tenta di rendere la vita più che difficile a J. D. dall'altro a volte lo aiuta. Anche il cagnolino imbalsamato, nel suo silenzio, riesce ad essere un personaggio che diverte. Carini i pensieri o le situazioni alternative che sono degli stacchetti comici. 
Degna di nota è la puntata La mia farfalla, in cui assistiamo ad una sorta di salto dimensionale in una stessa esperienza, vissuta però diversamente.
Scrubs, per me, è giusto un intrattenimento nell'attesa che esca in Italia la sesta stagione di The Big Bang Theory, che nella sua semplicità è mille volte più personale e divertente. Per ora è un arrivederci, perchè credo che scriverò in futuro quando avrò finito di vedere tutte le stagioni di Scrubs. Già, non mi piace interrompere qualcosa che ho cominciato, nemmeno se non mi esalta granchè, purtroppo...

Dr. Jekyll

4 commenti:

Miss Hyde ha detto...

(anche perchè ME vuole sapere come va a finire!)

Elledy ha detto...

Io gente QUI è ormai non fa altro che mangiare, dormire e guardare Scrubs. Ma non farò nomi.

Dr. Jekyll ha detto...

Quel maledetto di Etienne che non si fa sentire più???

Elledy ha detto...

Non ho fatto nomi... :)

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