27 aprile 2012

Markus Heitz - La Leggenda degli Albi

Autore: Markus Heitz
Titolo: La Leggenda degli Albi
Anno: 2010
Casa Editrice: Nord
Pp: 450
Genere: Fantasy










Avevo già letto la tetralogia riguardante la saga dei Nani di questo autore tedesco (Le Cinque Stirpi, La Guerra dei Nani, La Vendetta dei Nani e Il Destino dei Nani, tutti editi dalla Nord, ma ora disponibili anche in versione economica grazie alla Tea). Premetto che non sono un cultore sfegatato del fantasy, poichè mi piace leggere di tutto (tranne letteratura rosa e trash-horror o emuli-Twilight). Eppure questo autore mi piace parecchio. Quando ho visto che era uscito un intero romanzo sui nemici più acerrimi dei nani della sua saga, non ho resistito. Anche se ho letto il libro poco più di sei mesi fa, ci tenevo a parlarne.
Se nella tetralogia dei nani assistiamo e facciamo il tifo per Tungdil affinchè sconfigga il male, in questo romanzo ci troviamo proiettati proprio nel mondo degli albi, i nemici più feroci dei tappetti guerrieri. Gli albi sono creature simili agli elfi, ma dalla pelle più chiara e dagli occhi neri, profondi, tetri. Sono più silenziosi, più combattivi e più letali dei loro opposti dalle orecchie a punta. Quando si arrabbiano, delle linee nere affiorano su tutto il corpo e per intimorire creano del buio nell'anima del loro avversario, un buio che induce alla follia o a perdere il controllo di se stessi in combattimento. I loro destrieri sono cavalli della notte, carnefici e... insomma leggerete voi stessi. 
La leggenda degli albi è un prequel alla saga dei nani. Heitz ci racconta ciò che succede prima che gli albi invadano la Terra Nascosta, con le vicende di Sinthoras e Caphalor, pronti a ingaggiare una battaglia tra loro anche se il loro scopo è univoco: trovare il demone che permetterà al popolo degli albi, guidati dagli Eterni, di conquistare il nuovo mondo. E se il primo è malvagio, tanto malvagio da accecare la sua serva, una sporca umana, solo perchè ha sbagliato a portargli un colore che gli serviva per dipingere un nuovo quadro, l'altro, nella sua spietatezza, è razionale, fermo, ma è pronto a fare qualsiasi cosa per il bene della sua famiglia, finchè... Non spoilero niente. E proprio quella serva, Raleeha, si innamora di uno di loro, che non la degna di uno sguardo, mentre l'altro, piano piano, si invaghisce di lei e se ne vergogna, perchè la sua razza non si accoppia con i servi, per di più umani.
In un'atmosfera di malignità nera, in cui non sentiamo queste creature che sopraggiungono alle nostre spalle con i loro pugnali affilati, in cui restiamo affascinati dalle tetre costruzioni fatte di ossa e i loro quadri dipinti con cromature di sangue, in cui i nobili scopi a volte ci fanno dimenticare che essi sono i "cattivi", sentiamo fremere le membra all'idea di entrare in guerra con loro, per combattere per degli ideali che sentiamo nostri e invochiamo la paura perchè ci aiuti a essere temuti dai nostri nemici. 
Finalmente arriviamo davanti alla Porta di Pietra. L'esercito scalpita dietro di noi. Sentiamo le armi pesanti e le braccia leggere. La mente si svuota e tutto intorno i rumori si attenuano, pronti a lasciare il posto solo a clangori, urla, suoni secchi di carne lacerata. Chiudiamo gli occhi. Ringraziamo gli Eterni e preghiamo Samusin. Quando li riapriamo, li sentiamo neri come una notte senza luna. La furia è montata in noi e siamo pronti. La Porta di Pietra è stata aperta. Si comincia.

Dr. Jekyll

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